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Israele – La via dell’incenso, Gerusalemme e la Galilea

Israele – La via dell’incenso, Gerusalemme e la Galilea

4530€ / per persona
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La storia della Terra Santa è antica come quella dell’uomo e non deve quindi sorprendere che essa sia stata e continui a essere il palcoscenico di passioni estreme, luogo di incontro ma anche di conflitto tra innumerevoli popoli e culture, origine di ogni possibile contrario. L’odierna Israele, teatro di epocali contrasti, culla e scenario di eventi ancestrali, è fatta di paesaggi mutevoli, inestimabili tesori d’arte, monumenti e vestigia archeologiche, simboli carismatici delle tre principali regioni monoteiste. Dalle sabbie dei suoi deserti, dalle verdeggianti sponde del Giordano, dall’oscurità delle grotte riaffiorano le testimonianze di fortezze e sinagoghe israelitiche, teatri romani, città nabatee, chiese bizantine, sontuosi palazzi omayyadi, castelli crociati e moschee arabe. Israele, nel bene e nel male, resta uno dei crocevia fondamentali dell’umanità, un luogo imprescindibile da visitare per meglio comprendere il mondo che ci circonda. Questo emozionante itinerario ci porta alla scoperta di una regione che nel corso dei millenni è stata scenario di vicende capaci letteralmente di cambiare il mondo; dalle mille sfaccettature di Gerusalemme, agli scavi di Cesarea, dalla formidabile rocca di Masada alle catacombe di Beit Shearim, dall’oasi di Ein Gedi alla misteriosa Qumran degli Esseni, affrontiamo un autentico viaggio nei meandri della storia. Un viaggio che tocca tutti i luoghi di maggiore interesse archeologico e monumentale della Terra Santa, senza dimenticare località meno note, ma di grande impatto emotivo, come le città nabatee sperdute nel deserto del Negev e la silente Gamla.

10 giorni

Tour Plan

1

1° GIORNO ITALIA - TEL AVIV - BEER SHEVA (BERSABEA)

Partenza con il volo per Tel Aviv. Arrivo e trasferimento a Beer Sheva, l’antica Bersabea. Sistemazione in hotel. Cena e pernottamento.
2

2° GIORNO BEER SHEVA - ESCURSIONE A SHIVTA E ADVAT

In mattinata visitiamo il sito archeologico di Tell Beer Sheva, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO; gli archeologi pensano che si tratti dei resti della città citata più volte nell’Antico Testamento. Il termine beer in ebraico significa “pozzo”, mentre sheva vuol dire “giuramento”; il nome Pozzo del Giuramento si riferirebbe al patto stipulato da Abramo con il re dei Filistei. Certo è che il sottosuolo è ricco d’acqua e questo garantì la prosperità dell’insediamento già a partire dal Calcolitico (intorno al 4000 a.C.), fino al XVI secolo. La città era costituita da un sistema di strade disposte a griglia, sulle quali si affacciavano abitazioni, edifici amministrativi, botteghe. Gli scavi hanno messo in luce un grande altare dotato di quattro corna angolari (ampiamente restaurato), che doveva costituire il fulcro di un tempio o di un’area cultuale antecedente alla riforma di re Ezechia, che abolì l’idolatria e promosse il culto di Yahweh. Ci inoltriamo ora nel deserto del Negev, vasta area in cui si alternano lande pianeggianti a tormentate catene montuose, vallate e crateri erosivi. Qui il popolo dei Nabatei, i fondatori della leggendaria Petra, avevano tracciato una rete di vie carovaniere – parte della famosa Via dell’Incenso – che collegavano la costa del Mediterraneo alla penisola arabica, l’Egitto all’India, passando appunto per Petra. Nel deserto i Nabatei fondarono alcune città, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, escogitando sistemi assai avanzati per la raccolta e la conservazione dell’acqua piovana (in un’epoca in cui queste erano più frequenti rispetto a oggi). Raggiungiamo dapprima le rovine di Shivta, detta la “Pompei di Israele”, fondata sul finire del I secolo a.C., poi ripopolata in epoca bizantina, conquistata pacificamente dagli Arabi attorno al 640 e infine definitivamente abbandonata nell’XI secolo a causa dell’inasprimento del clima. Qui si sono ben conservati i resti di abitazioni, edifici agricoli, scuderie, cisterne e di tre chiese bizantine a pianta basilicale. Nel pomeriggio raggiungiamo il Parco Nazionale di Ein Advat: qui una facile camminata conduce in una spettacolare gola, al termine della quale ci sorprendono una cascatella e un piccolo laghetto. A poca distanza raggiungiamo poi le rovine di Avdat, odierno nome dell’antica Oboda, così chiamata in onore di un sovrano nabateo. La città è stata interamente riportata alla luce: inizialmente si trattava di una roccaforte militare, che si trasformò poi in una stazione di sosta e infine in un centro vero e proprio. L’abitato – composto esclusivamente da tende – si estendeva ai piedi dell’acropoli, sulla quale sorgevano alcuni palazzi e almeno un tempio dedicato alle divinità principali del pantheon nabateo, Al Uzza e Dushara. Sulle sue fondamenta in epoca bizantina venne eretta una basilica, che tuttavia pochi decenni dopo la sua costruzione fu rasa al suolo dal micidiale terremoto che pose fine all’esistenza di Avdat. Attorno all’acropoli si possono osservare i resti di alcune strutture e di canalizzazioni agricole. Al termine della visita rientro in hotel. Pensione completa.
3

3° GIORNO BEER SHEVA - MAMSHIT - MASADA - EIN GEDI

In mattinata entriamo nel Parco Nazionale di Mamshit, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, nel quale è stato riportato alla luce un importante insediamento nabateo lungo la Via dell’Incenso, oltre a edifici del periodo romano. L’epoca più fiorente però fu quella bizantina, cui risalgono la chiesa di San Nilos, con un grande mosaico pavimentale considerato in assoluto il più bello del Negev, e la chiesa dei Martiri, che faceva parte di un complesso monastico. Visitiamo inoltre la cosiddetta “casa di Nabato”, in tipico stile architettonico nabateo con tracce di affreschi, le enormi cisterne, le terme bizantine e i resti delle dighe realizzate per approvvigionare d’acqua la città. Mamshit, sebbene sia la più piccola è però la meglio conservata delle città nabatee del Negev e una lunga opera di restauro ha permesso di mettere in evidenza le caratteristiche architettoniche dell’insediamento. Al termine della visita, partiamo in direzione del Mar Morto, la più profonda depressione del nostro pianeta (circa 415 metri sotto il livello del mare). Attraversando un paesaggio alieno giungiamo ai piedi della famosa rocca di Masada, la cui vetta viene raggiunta in funivia. Qui sorgono i resti della fortezza costruita da re Erode e divenuta uno dei simboli più importanti per il popolo ebraico: in questo luogo, nel 73 d.C., 960 Zeloti, tra uomini, donne e bambini, si suicidarono per non arrendersi alla Decima Legione romana che cingeva d’assedio la cittadella. Già in epoche remote questa montagna, dalla sommità piatta e circondata da profonde scarpate, era usata a scopi difensivi; poi, nel 40 a.C., Erode vi fece erigere un complesso-fortezza formidabile, concepito per proteggersi dalla minaccia degli Ebrei ribelli e della regina d’Egitto, Cleopatra. Il tavolato fu cinto da un muraglione a casamatta con torri situate nei punti strategici, a difesa di svariati edifici che comprendevano magazzini per le derrate alimentari, grandi cisterne per l’acqua piovana, una sinagoga, palazzi amministrativi e residenziali, persino impianti termali; l’ingresso principale si trovava sul lato occidentale, mentre una porta secondaria si apriva a meridione. Punto focale di tutto il complesso era il cosiddetto “Palazzo Sospeso” che si affaccia sul lato settentrionale dell’altopiano, orgoglio di Erode e capolavoro scenografico dei suoi ingegneri: utilizzato esclusivamente come luogo di svago per il re, la sua corte e gli ospiti, era costituito da tre ambienti digradanti e tra loro collegati da un passaggio coperto. Al piano più alto si trovava una sala dotata di una grande abside, circondata da un colonnato corinzio; il piano intermedio era formato da una struttura rotonda sormontata da un tetto campaniforme, mentre il livello più basso era a pianta rettangolare e comprendeva un piccolo ma lussuoso impianto termale. Le pareti del palazzo erano rivestite di stucco e dipinte a vivaci colori, per lo più a imitazione di marmi pregiati. Attorno alla rocca sono ancora visibili i resti degli accampamenti eretti dagli assedianti romani. Nel tardo pomeriggio proseguiamo verso nord per pochi chilometri, fino all’oasi di Ein Gedi. Arrivo e sistemazione in hotel. Pensione completa.
4

4° GIORNO EIN GEDI - QUMRAN - GERICO – GERUSALEMME

Nell’oasi di Ein Gedi, sulle sponde del Mar Morto, oggi sorgono un kibbutz, diversi alberghi e resort, oltre a uno stabilimento termale che sfrutta le proprietà benefiche dei fanghi bituminosi e di una sorgente di acque lievemente radioattive. Gli scavi archeologici hanno dimostrato che l’area fu abitata fin dal Calcolitico e che le genti del luogo tra il VII secolo a.C. e il IV d.C. vi svilupparono un complesso sistema di canalizzazioni che sfruttavano le sorgenti per irrigare vasti campi. Nel I secolo a.C. Ein Gedi divenne un centro amministrativo ed Erode il Grande vi fece costruire una cittadella; sul posto sono stati rinvenuti i resti di un’antica sinagoga a tre navate (V secolo), di cui si è conservato uno splendido pavimento a mosaico con figure animali e varie specie floreali. Ci spostiamo poi a Qumran, dove si trovano i resti di un insediamento che fu occupato dal II secolo a.C. fino al 68 d.C. dalla setta degli Esseni. Avversi alla ellenizzazione della cultura ebraica e scrupolosi osservanti della legge divina, vivevano in case comuni e l’appartenenza al gruppo era riservata esclusivamente agli uomini. Si ritiene che i famosi Manoscritti del Mar Morto, rinvenuti in alcune grotte nei pressi di Qumran, vi fossero stati nascosti da alcuni abitanti del villaggio attorno al 68 d.C. ossia all’epoca della Prima Guerra Giudaica. Tra gli edifici dell’insediamento spiccano i resti di una grande cucina con cinque camini; nei pressi si trovavano un refettorio e una stanza più piccola che doveva fungere da deposito delle stoviglie. È stata portata alla luce anche una lunga sala dove forse venivano redatti i testi dei rotoli, poi messi in salvo nelle grotte. Raggiungiamo poi Gerico, che vanta due notevoli primati mondiali: è il centro urbano situato alla quota più bassa (258 metri sotto il livello del mare) ed è ritenuto l’insediamento permanentemente abitato più antico al mondo. Gerico, infatti, venne fondata circa 8000 anni prima della nascita di Cristo. L’Antico Testamento narra come il patriarca Giosuè, attorno al 1200 a.C., la devastò dalle fondamenta, ma dovettero passare ancora due secoli prima che fosse occupata dagli Israeliti. La città conobbe poi infinite vicende, fu occupata dai Persiani, poi dai Seleucidi e quindi dagli Asmonei; Erode il Grande vi fece costruire un grande complesso palaziale, fu distrutta da Vespasiano e ricostruita da Adriano. Nell’VIII secolo d.C. fu occupata dalla dinastia araba degli Omayyadi, che la tennero fino all’arrivo dei Crociati. I ruderi più interessanti di Gerico, oggi posta sotto il controllo dell’Autorità Palestinese, risalgono proprio al periodo medievale: si tratta di quanto rimane del sontuoso palazzo del califfo omayyade Hisham, vissuto nella prima metà del VII secolo. Il complesso, assai articolato, comprendeva innumerevoli ambienti, una corte colonnata dove oggi si fa ammirare un magnifico finestrone rotondo, due moschee e stanze di servizio. L’autentico tesoro del Palazzo di Hisham è però costituito dai sei mosaici che ornavano le terme, i bagni e il diwan, ossia la sala di rappresentanza. Quest’ultimo, che per soggetto ha una scena di caccia ferina, è giustamente considerato uno dei capolavori assoluti dell’arte musiva. Conclusa la visita, partiamo alla volta di Gerusalemme. Arrivo e sistemazione in albergo. Pensione completa.
5

5° GIORNO GERUSALEMME

L’intera giornata è dedicata alla visita della città vecchia di Gerusalemme e dei suoi principali monumenti. Varcata la possente cinta muraria costruita tra il 1536 e il 1542 per volere di Solimano il Magnifico, ci si rende conto di essere entrati in uno scrigno dove quasi ogni pietra, ogni edificio ha una sua storia da raccontare. Città tre volte santa – per l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam – porta nel suo labirintico tessuto urbano fatto di vie strette e irregolari i segni di una storia lunga e tormentata. Qui chiese e basiliche sorgono accanto a sinagoghe e moschee, qui genti di diversa cultura vivono strette le une alle altre in un delicato gioco di equilibrio, qui sono stratificate tradizioni ultramillenarie. Gerusalemme è un piccolo universo a sé stante, pervaso da una forza potente che ammalia il visitatore. Visitiamo la Torre di David, il Cardo, il Santo Sepolcro, la Porta di Damasco, il Muro del Pianto, la Moschea di Omar sulla spianata del Tempio (accessibilità permettendo), la Chiesa di sant’Anna con la vicina Piscina Probatica (o di Bethesda), la Porta dei Leoni, la Tomba di Zaccaria e la Tomba di Assalonne. Infine ci attende la spettacolare vista panoramica sulla città dall’alto del Monte degli Ulivi. Nel pomeriggio abbiamo tempo libero per esplorare il mercato di Mahane Yeuda, meglio noto come il Suq, tra odori di spezie, aromi dolciastri e profumi suadenti. Rientro in albergo. Mezza pensione che include la cena. 

Nota bene: L’ordine delle visite viene deciso dalla guida locale, in base a considerazioni di ordine pratico.

6

6° GIORNO GERUSALEMME - HERODIUM - CESAREA MARITTIMA – TIBERIADE

In mattinata, circa venti chilometri a sud di Gerusalemme, visitiamo un singolare monumento dell’antichità: l’Herodium. Una delle più originali realizzazioni di Erode il Grande, re di Giudea e alleato dei Romani, questo straordinario palazzo fortificato, eretto attorno al 20 a.C., si innalza in cima a una collina semiartificiale ed è racchiuso da due mura circolari concentriche, del diametro di 62 metri. Il complesso, che costituiva la residenza invernale del sovrano ed era dominato in origine da una grande torre rotonda, comprendeva anche una sinagoga. Nel 2007 gli archeologi israeliani hanno rinvenuto tra le rovine quella che reputano sia la tomba del re. Ai piedi della collina sorgono le rovine di un altro palazzo, di un’immensa piscina circondata da un portico, di magazzini e terme. Ci dirigiamo poi verso la costa, fino a raggiungere il parco archeologico di Cesarea Marittima, fondata da Erode il Grande tra il 25 e il 13 a.C. e così chiamata in onore di Cesare Ottaviano Augusto, di cui il sovrano della Giudea era un buon alleato. Il sito si affaccia sul Mediterraneo e conserva numerose rovine risalenti all’epoca imperiale: il teatro, ampiamente restaurato e ancora oggi utilizzato per rappresentazioni e concerti, il grande circo (ippodromo) costruito in riva al mare, i resti del palazzo di Erode, il tempio dedicato ad Augusto, la palestra, le terme e gli imponenti frangiflutti nel porto. La città era infatti un importante scalo marittimo e, grazie alla sua floridezza, nel 6 d.C. divenne la capitale politica e militare della provincia romana di Giudea. Un grande acquedotto, le cui arcate sono ancora visibili nei pressi della città, portava a Cesarea l’acqua delle sorgenti del monte Carmelo. Cesarea è tra l’altro nota perché qui venne rinvenuta un’epigrafe frammentaria sulla quale compare il nome del prefetto Ponzio Pilato, unica testimonianza storica sulla sua esistenza pervenutaci. Lungo il perimetro della città romana sorgono i resti di una possente cinta muraria fatta costruire nel 1251 da Luigi IX di Francia, durante la settima crociata. Conclusa la visita partiamo alla volta di Tiberiade, città fondata attorno all’anno 20 da re Erode Antipa (figlio di Erode il Grande) sulla sponda occidentale del lago omonimo. Questo specchio d’acqua dolce, nell’antichità noto anche come Mare di Galilea, è situato a 212 metri sotto il livello del mare. Oggi divenuta una delle mete preferite del turismo interno israeliano, Tiberiade conserva ancora alcuni resti antichi nel Parco archeologico di Hammat Tiberias, nel quale sono esposti numerosi frammenti architettonici; qui si possono ammirare le rovine di un’antica sinagoga ben nota per il magnifico pavimento a mosaico del IV secolo. Questo comprende una raffigurazione dell’Arca Santa della Torah e un cerchio zodiacale che, sorprendentemente, è incentrato sulla figura della divinità solare pagana Helios, alla guida del carro celeste. Arrivo e sistemazione in hotel. Pensione completa.
7

7° GIORNO TIBERIADE - ESCURSIONE A BEIT SHEAN, MEGIDDO, BEIT SHEARIM

In mattinata partiamo alla volta di Beit Shean; fondata nel V millennio a.C., l’antica Scythopolis è uno dei siti abitati più antichi d’Israele e dell’intero Medio Oriente. Il primitivo insediamento si sviluppò in cima alla collina che domina isolata la piana circostante; qui sono stati riportati alla luce i resti di una serie di templi rimasti in uso per almeno cinque secoli. Solo durante il periodo ellenistico i quartieri abitativi si espansero ai piedi dell’altura. La città fu conquistata nel 63 dalle legioni di Pompeo, che ne fece una delle città della Decapoli; in epoca imperiale si espanse notevolmente e fu oggetto di imponenti interventi edilizi. La città bassa fu ampiamente monumentalizzata e ricostruita secondo lo schema classico romano, anche se la topografia della zona non permise la creazione di un cardo massimo che intersecasse ad angolo retto il decumano: fatto abbastanza inconsueto, le quattro vie principali si incrociano così nel centro cittadino con angoli irregolari. Nel 749 gran parte della metropoli venne rasa al suolo da un violento sisma e solo in seguito il suo nome riprese l’origine semitica divenendo Biesan. Oggi nel sito archeologico spiccano il grande teatro, che in origine poteva ospitare 5000 spettatori, le rovine di una basilica, di un ninfeo e di un tempio, oltre alla grande via colonnata lungo la quale erano allineate diverse botteghe e uno spazioso odeon. All’estremità della stessa arteria si estendono i resti di un impianto termale, mentre lungo il decumano è stata portata alla luce una lunga vasca, ornata da una statua in marmo del giovane Dioniso.  Da Beith Shean raggiungiamo in seguito le rovine di Megiddo, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, che sorse in posizione strategica lungo la Via Maris – la strada che conduceva al Mediterraneo – ossia una delle più importanti della regione dal punto di vista commerciale. I più antichi resti trovati in cima all’altura risalgono a prima del 3300 a.C. e hanno dimostrato che l’insediamento fu dapprima un importante centro religioso; sul versante orientale sono state rinvenute le rovine di un’area sacra che continuò a essere in uso dal principio dell’Età del Bronzo fino agli inizi dell’Età del Ferro. Punto focale del santuario era la bamah, un grande altare circolare nei cui pressi sono state individuate le fondazioni di tre templi. La città vera e propria era circondata da un massiccio muro difensivo, risalente almeno al 2000 a.C., nel quale si apriva una formidabile porta fortificata. Megiddo fu una delle maggiori città di re Salomone (970-930 a.C. circa) e gli scavi archeologici hanno riportato alla luce diversi palazzi costruiti all’epoca con grandi conci rettangolari e dotati di colonnati. Altri importanti resti sono quelli di un edificio amministrativo assiro, di alcuni magazzini e di un grande granaio; quest’ultimo, che si presenta come un ambiente rotondo profondamente scavato nel terreno e dotato di due scale a spirale per un più rapido accesso alle riserve, era probabilmente coperto da un tetto di legno. Nella Bibbia (libro dell’Apocalisse) è detto che nella piana di Armageddon – nome che deriva dal toponimo ebraico Har Megiddo, ossia il monte di Megiddo – avverrà lo scontro finale tra le forze divine e quelle di Satana. Ultima tappa odierna è la grande necropoli di Beit Shearim, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. In cima alla collina sorgeva l’antica Besara, una città ellenistica e poi romana, tra le più importanti e floride della regione. Durante la rivolta giudaica contro i Romani, fu una delle posizioni strategiche dei rivoltosi. Le rovine della città comprendono un teatro piuttosto ben conservato, le rovine di una sinagoga, colonnati e notevoli pavimenti a mosaico. Tuttavia la fama di Beit Shearim risiede nel formidabile sistema di catacombe scavato nella collina stessa e, a tutt’oggi, esplorato solo in parte a causa dell’enorme estensione. Le catacombe testimoniano in modo commovente e diretto la storia degli Ebrei nei tormentati anni dell’occupazione romana; in particolare, tra il II e il IV secolo d.C. molti fra coloro che la Diaspora aveva disperso in tutta la Palestina e nei Paesi stranieri scelsero di essere sepolti qui, poiché il luogo era stato sede del sinedrio, di una scuola rabbinica e qui c’era il sepolcro del patriarca Giuda I. Lungo i corridoi delle catacombe e nelle camere funerarie, profondamente scavate nei fianchi calcarei della collina, sono allineati centinaia di sarcofagi, rimasti in gran parte intatti e decorati a bassorilievo. Al termine delle visite, ritorniamo in hotel a Tiberiade. Pensione completa.
8

8° GIORNO TIBERIADE - MAGDALA - CAFARNAO - GAMLA – GERUSALEMME

Magdala, la prima meta della giornata, deve la sua notorietà al fatto di essere indicata come la città d’origine di Maria Maddalena (appunto nota anche come Maria di Magdala). È anche citata nel Talmud come «Magdala dei pesci» e viene menzionata da Flavio Giuseppe per la sua posizione strategica sulla Via Maris, che congiungeva l’Egitto a Damasco. Questa piccola cittadina situata sulle sponde del lago di Tiberiade, oggi chiamata Migdal, in anni recenti è stata fatta oggetto di estese campagne di scavo che hanno riportato alla luce i resti di un centro abitato, metà del quale fu probabilmente devastato da un’alluvione nei primi decenni del I secolo d.C., che ne causò l’abbandono. Qui il tempo si fermò, a differenza dell’altro settore urbano, dove sono stati rinvenuti resti che risalgono anche al periodo delle Crociate. La scoperta più sensazionale riguarda una sinagoga, ritenuta dagli studiosi una delle più antiche in assoluto: è completa della sala principale, della sala dedicata alla scuola e della più piccola stanza dove veniva conservata la Torah, insieme alle stanze destinate ad abitazione del rabbino. Un intero isolato della città di Magdala appena tornata alla luce era abitato da famiglie di pescatori; gli scavi hanno rivelato molti attrezzi tipici della pesca e della lavorazione del pesce, che qui veniva essiccato e venduto persino nei mercati di Roma. Ci spostiamo ora nella vicina località di Cafarnao; qui, secondo i Vangeli, Gesù dopo aver lasciato Nazareth iniziò la sua predicazione e compì numerosi miracoli. La città antica è stata riportata alla luce solo nel XX secolo; l’area archeologica è dominata dalle notevoli vestigia di una sinagoga costruita tra il IV e il V secolo e da quelle della contigua basilica bizantina. La sinagoga è costruita in blocchi di calcare bianco, pietra che spicca tra i resti delle circostanti abitazioni in basalto nero. Una delle case si vuole sia appartenuta all’apostolo San Pietro. La sinagoga di Cafarnao è testimone della pacifica convivenza tra Ebrei e Romani in questa località, tant’è vero che molti dei fregi che abbellivano l’edificio comprendono elementi pagani come il volto di Medusa, accanto a simboli ebraici, tralci e grappoli d’uva, rosette e figure geometriche. Del tutto eccezionale per la sua rarità è una rappresentazione dell’Arca dell’Alleanza, posta su un carro a quattro ruote. Nel pomeriggio partiamo per le alture del Golan, diretti a Gamla. La città (nota anche come Gamala) era annidata sull’aspra cresta del Kirbet es Salam, in apparenza imprendibile, ma ciò non le impedì di essere distrutta dai Romani nel 67 d.C., durante la prima guerra giudaica. Gli abitanti furono sterminati o si suicidarono gettandosi dalla collina. I resti della città sono stati rinvenuti sul pendio meridionale, meno ripido di quello settentrionale. Le difese naturali erano rinforzate da una cinta muraria in blocchi di basalto spessa circa 6 metri, dotata di torri quadrate e di una circolare posta sulla cima; l'unico ingresso, fiancheggiato da torri, si apriva sul lato meridionale. Su questo lato si notano le tracce di opere di rinforzo, eseguite forse in occasione dell'assedio: in alcuni tratti vani di abitazioni addossate al muro sul lato interno vennero riempiti di pietre. Si sono rinvenute anche le tracce della breccia aperta nel muro che permise la conquista romana, al centro del lato orientale. Le case erano disposte su terrazze accessibili da percorsi a gradini; nei pressi delle mura si trovava un importante edificio, identificato come la sinagoga. Diversi studiosi contemporanei identificano in Gamla il vero luogo di provenienza di Gesù. Conclusa la vista di questo luogo affascinante, facciamo ritorno a Gerusalemme. Arrivo e sistemazione in hotel. Pensione completa.
9

9° GIORNO GERUSALEMME

Un'ulteriore giornata a Gerusalemme, per approfondire la sua storia e cultura. Inizio delle visite con il Yad Vashem, il museo dedicato al ricordo dell’Olocausto istituito per documentare e tramandare la storia del popolo ebraico durante la Shoah, con archivi storici che ripercorrono uno dei periodi più bui dell’umanità. Proseguimento per il Museo d’Israele, un complesso di edifici fra i quali il Santuario del Libro che conserva i celebri Rotoli del Mar Morto, testi di ispirazione religiosa in ebraico, aramaico e greco, oltre alla versione più antica che si conosca dell’Antico Testamento, rinvenuti in giare nascoste sottoterra in undici grotte a Qumran. Visita infine del mercato di Machane Yahuda, spesso chiamato “shuk”, che offre un enorme assortimento di prodotti reclamizzati a gran voce dai venditori. Possibilità di assaggiare i prodotti locali passeggiando per i suoi vicoli. Tempo a disposizione, quindi rientro in hotel. Mezza pensione che include la cena.
10

10° GIORNO GERUSALEMME - BEIT GUVRIN - TEL AVIV - ITALIA

In mattinata, dopo la prima colazione, raggiungiamo la località di Beit Guvrin, distante circa 60 chilometri da Gerusalemme. Qui sorgono le rovine della città giudaica di Maresha e di quella romana di Beit Guvrin, allora chiamata Eleutheropolis. Gli scavi condotti nell'area hanno svelato un grande cimitero ebraico, un anfiteatro romano-bizantino, una chiesa bizantina, bagni pubblici, mosaici e grotte usate come necropoli. Peculiari di Beit Guvrin sono le cosiddette “grotte a campana”, un gruppo di cavità artificiali la cui funzione è dubbia; secondo alcuni erano utilizzate come granai e cisterne, secondo altri erano semplicemente cave di pietra gessosa. Nell’area sono state rinvenute alcune interessanti sepolture e diverse colombaie, molto suggestive, con le pareti perforate da centinaia di piccole nicchie. Due tombe, risalenti all’epoca ellenistica, sono di particolare interesse per le loro inconsuete decorazioni pittoriche, che includono diverse specie animali, scene di caccia e le figure di due musici. Al termine della visita partiamo alla volta dell’aeroporto di Tel Aviv, distante 65 chilometri. Partenza con il volo di rientro in Italia.
Quote delle tariffe aeree e dei servizi a terra valide fino al 15/12/21

LA QUOTA COMPRENDE

I passaggi aerei internazionali con voli di linea Alitalia da/per Milano (classe di prenotazione economica G: vedere paragrafo alla pagina Informazioni Generali), 23 kg di franchigia bagaglio • I trasferimenti con vetture, minibus o bus a seconda del numero di partecipanti • Sistemazione in hotel 3 e 4 stelle  • I pasti dettagliati nel programma • Visite ed escursioni come da programma • Ingressi durante le visite guidate • Assistenza di personale locale qualificato e di guide locali parlanti italiano • Assistenza di specialista archeologo per i gruppi a partire da 8 partecipanti • Assicurazione “Multirischi” inclusa (Annullamento Viaggio, Bagaglio, Assistenza alla Persona e Spese Mediche, Interruzione Soggiorno, Famiglia Sicura)

LA QUOTA NON COMPRENDE:

Le tasse aeroportuali e di sicurezza (Euro 252 circa) e le tasse aeroportuali pagabili unicamente in loco • Eventuale introduzione di nuove tasse governative o aumenti delle stesse e aumenti del costo dei biglietti di ingresso ai vari siti di interesse turistico, parchi o riserve naturalistiche di cui non si è a conoscenza al momento della elaborazione delle quote • Bevande, mance e quant’altro non espressamente indicato.

NOTA BENE

Cambio applicato: 1 USD = 0,8403 EUR

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